domenica 28 settembre 2014

Il Cinquecento. Schema tratto dalla Storia della letteratura italiana di F. De Sanctis




Rinascimento: XV SECOLO
XV secolo: caratteri
1.      universalità: centri non sono solo più Firenze e Bologna, anche Padova e il sud Italia. Cultura sembra assumere fisionomia “nazionale”.
2.      È una cultura dei letterati, con il centro di gravità nelle corti. È un movimento di superficie e non viene dal popolo e non cala tra il popolo.
Il contenuto sembra scendere in secondo piano: più importante è la forma.
 Domina il principio dell’imitazione: fiorisce il latinismo e il grecismo.
3.      Anche la produzione in volgare riflette questa tendenza formale: oramai era stato raffinato dal Petrarca e dal Boccaccio.
La forza popolare del volgare era stata elevata: viene rivestito dalla forma perfetta dei modelli Trecenteschi.
                              Es. Poliziano: forma ed elaborazione perfetta
                              Es. Lorenzo il Magnifico
4.      In questo secolo fiorisce la moda de romanzo francese, con le loro traduzioni e imitazioni.
Della cavalleria piaceva l’immagine delle corti, dell’avventuriero a cavallo (questa è l’epoca delle compagnie di ventura.
Questo tipo di argomento dava ampio spazio alla possibilità di inventare, di fantasticare.

Uno degli autori principali è Boiardo, che riprende la vicenda della Chanson de Roland, e dei vari cicli cavallereschi, scrivendo un testo intensissimo, incompiuto, dal titolo
l'Orlando innamorato.
Boiardo: uomo coltissimo, dotto in greco e latino, studiosissimo di Dante e Petrarca e legato alla corte degli Este a Ferrara
M. Boiardo (1441-1494)
  • Con lui si svuota il significato profondo dei poemi cavallereschi medievali
  • Ora sotto forme epiche esplode l’immaginazione; il meraviglioso, il miracolo fantasioso diventa l’unica regola. Non c’è più la serietà antica, da cui era scaturita l’epica medievale.
  • I motivi delle azioni non sono da cercare nella serietà di un mondo religioso, morale, eroico, come il mondo cristiano proponeva; ma nel libero gioco delle passioni e dei caratteri sotto gli influssi di maghe, incantesimi.
  • Diventa un puro gioco di immaginazione.

Analogamente a Boiardo, a Firenze il Pulci compone il Morgante, dove addirittura l’epica è raccontata in chiave dissacratoria.
L. Pulci (1432-1484)