domenica 15 marzo 2015

Introduzione alla Gerusalemme liberata, tratta da Storia delle letteratura Italiana di F. De Sanctis

Torquato Tasso 1544-1595

Il Concilio di Trento riforma un mondo ecclesiastico che era sotto i colpi feroci della Riforma Protestante.
Si diede vita ad una riforma dei costumi e della disciplina.
Il movimento della riforma luterana aveva però irrimediabilmente spaccato a metà l’Europa; inoltre aveva fatto irruzione il concetto di libertà di coscienza, contro cui sembra stagliarsi la figura papale o dello stato assoluto che sia.
L’Italia rimase papale, filo romana e anche letterariamente si riflesse questa sequele di una guida forte e decisa: ad esempio l’Accademia della Crusca diventa la regola per l’italiano; Boccaccio e Petrarca regolamentano il linguaggio poetico.
La lingua, fatta classica e pura, rimase immobile e cristallizzata come lingua morta, e il suo studio divenne difficilissimo.
L’attenzione era tutta al di fuori, sulla superficie. La letteratura fu un artificio tecnico, un meccanismo. Il suo meccanismo funzionale, era nell'esempio degli scrittori, non nella sua relazione con le cose. E gli scrittori erano giudicati su questi criteri. Gli autori erano più o meno lodati in base alla vicinanza al modello, alla conformità alle regole.
In questo contesto viene alla luce La Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.
Tasso è mosso nello scrivere da certi fini, da certe preoccupazioni.
A diciott'anni è già un fenomeno letterario e un grande intellettuale.
Decide di scrivere un poema eroico: al contrario dell’Ariosto, decise di scrivere un poema “regolare”. L’argomento avrebbe dovuto rispondere all'esigenza religiosa dell’epoca, seguendo il volere del suo signore, il duca Alfonso d’Este.
Si diede una cura infinita delle proporzioni e delle distanze, per conservare l’unità e la semplicità della composizione.
Guardò al verosimile, per dare al suo mondo un aspetto di naturale e di credibile.
Introdusse un’azione seria, intorno a cui tutto convergesse.
Costruisce la storia, non a partire dallo spirito d’avventura, ma dallo scontro tra cielo e inferno.
Umanizzò il soprannaturale, rendendolo spiegabile e quasi allegorico.
Nobilitò i cavalieri, soppresse il volgare, il grottesco e il comico.
Pose come motore dell’azione l’ingegno, la forza morale, non il caso.
Cerca di dare apparenza di storia e di realtà.

Tasso voleva un poema seriamente eroico e prossimo al vero o verosimile, animato da uno spirito religioso, possibilmente storico e prossimo al vero, di un meraviglioso spiegabile e di una costruzione coerente e semplice, che fosse vicino ad una logica perfezione.
Questo era il suo ideale classico.

Il testo suscito un grande dibattito e Tasso dovette giustificare più volte le sue scelte, sia linguistiche che letterarie.
Per questo arrivò addirittura a riscriverlo, intitolando il nuovo lavoro La Gerusalemme conquistata.

Purgò una lingua non sufficientemente toscaneggiante e cancellò intere parte e personaggi interi, giudicati troppo cavallereschi.
Torquato Tasso (1544-1595)