IL MOVIMENTO NARRATIVO
La protagonista del canto è Angelica, anzi protagonista è la sua fuga.
Fin dall'inizio appare chiaramente come il personaggio ariostesco viva soprattutto per un'intensa vita di relazione con gli altri, non ha un'identità fissa e immutabile.
Perciò non spiccano individualità nette nel poema ma complicate trame di relazioni.
LE TRASFORMAZIONI
E' un'altra legge interna all'opera, che si delinea chiara fin dall'inizio:
** muta la protagonista, che non ha, come s'è detto, un suo profilo inequivocabile, ma "diventa" secondo le circostanze, ora "donzella spaventata", tenera e fragile, ora astuta e calcolatrice; ora dea della natura, bellissima, serena e placida.
** mutano gli oggetti della ricerca.
Rinaldo il cavallo, Ferraù l'elmo.
Poi tutti e due la donna. Poi di nuovo cavallo ed elmo.
Quello che appare disordine qui è ordine nascosto, equilibrio, armonia.
** muta la scenografia.
La foresta è orrida e selvaggia prima, poi è oasi di pace.
Vengono qui riutilizzati due "luoghi" classici della tradizione letteraria: il locus amoenus (idillico) e la selva orrida (dantesca).
** mutano le convinzioni, i comportamenti dei personaggi. Esempio lampante è Sacripante: ora delicato cantore della verginità femminile, ora spregiudicato seduttore. Un altro esempio è Angelica stessa: inorridita e senza fiato, astuta e fredda, ipocrita e civetta, bella placida e serena.